Cominciamo dalla fine. Perso, di un punto, un punto che fa malissimo, contro il Monza. 17-16, con un nostro piazzato andato a infrangersi sul palo allo scadere. Lacrime. E l'amarezza, mentre togliamo i pali, la tristezza immensa di calare così il sipario sulla stagione, almeno in casa. L'amarezza di un primo tempo in cui abbiamo dominato in lungo e in largo e abbiamo portato a casa poco di quello che avremmo potuto. E quando era il momento di chiuderla, di ucciderla, proprio in quel momento...abbiamo permesso che loro ritornassero in partita, che ritrovassero un pelo di convinzione, che ci facessero una meta e che si portassero a casa la nostra partita. Una partita che chiunque di noi è stato orgoglioso di aver giocato, credo. Perchè abbiamo dimostrato due coglioni della madonna, perchè la capolista imbattuta l'abbiamo messa sotto. Ero nervoso, stamattina. Mi sentivo sonnolento e non mi piaceva. Poi, tutto d'un tratto, teso come una corda di violino. Un paio di episodi mi aiutano a rilasciare la tensione. Scopro che le pantofotacche in realtà sono la causa dei miei problemi al piede, e dalla borsa riemergono le buone vecchie tacchettine della Kipsta. Consegna delle maglie...ho chiesto a Natale di mettermi in lista con la 5, visto che la settimana prima avevo avuto la 4. Una questione di affetto, il 5 è il mio numero. "6, Enzo...5, Bongo...". Io faccio una smorfia, impercettibile. "Scherzavo. So che la vuole Billie, 5 Billie". Riscaldamento, ancora teso, ancora nervoso. E poi, tutto d'un tratto, mentre Dervino ci parla in spogliatoio, a pochi minuti dal kick-off, cercando di toglierci la tensione di dosso, e di scaricare quella di troppo...comincio a sorridere, a ghignare con in bocca il paradenti. Il nervosismo si scioglie. So che sono pronto, so che ci sono, so che voglio giocare. "Siamo ancora un punto davanti a loro. Crediamoci. Crediamoci come ci credeva Billie a Varese. Vero Billie?". Io annuisco, col sorriso in faccia. E in campo mi son divertito. E credo di aver fatto bene, dando anche una manina a pulire il pallone da cui poi siamo andati in meta...la soddisfazione, nel terzo tempo, di sentirmi dire da un avversario: "Per me i tuoi han sbagliato a sostituirti". E da Bongo, nuovo compagno di ruolo dopo la squalifica del Bassotto Mone: "Non ho capito perchè ti ha sostituito". So di aver fatto una buona partita. Avevo ancora voglia di dare, e avrei voluto giocare di più, ma è stato giusto così. Crederci, fino all'ultimo, fino all'ultimissimo. Il miracolo si è stampato contro il palo, e credo che quel piazzato ce lo sogneremo tutti stanotte. Occhi lucidi, tristezza, testa alta, con le lacrime in volto. Al telefono con Silvia, rompo gli indugi, e poi ricomincio a sorridere. Un po' di malinconia. Volevamo dimostrare a noi stessi e a tutti gli altri quel che valiamo. A noi stessi, credo che si possa dire che l'abbiamo fatto. Se gli altri non l'han capito, poco conta. A voice began to call "Stand till you fall, we'll stand till all the boys fall".
Le due dame di Chobunsai e Alessandro
5 years ago
1 comment:
C'è una sorta di corrispondenza, se vuoi. Noi vinciamo 9-3, ma non basta perchè per vincere il campionato avremmo dovuto vincere con 11 punti di distacco. Giochiamo gli ultimi venti minuti nei loro ventidue. Ultima azione. Tutta la loro difesa assorbita o schierata a destra. A sinistra il vuoto. C'è la nostra ala a ricevere il pallone del mediano, che è basso, sporco, perchè ha addosso la pressione. La palla rimbalza sulle mani del nostro trequarti, finisce per terra. Fischio finale.
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