Sunday, August 31, 2008

L'uomo che scannerizzava Cuccioloni



L'avevo già trovato una volta, e mi ero ripromesso che se mai l'avessi ritrovato, avrei reso il mondo partecipe. Ebbene si, un Cucciolone con la stessa barzelletta da entrambi i lati. Ora che faccio, lo mangio o lo spedisco alla Algida con una richiesta di rimborso per articolo difettato?

Saturday, August 30, 2008

Malu Entu

Dico agli italiani quello che il re degli Zulù disse agli inglesi: questa terra è di coloro che devono nascere. L’isola è nostra. Chi ce la può prendere? Troppe le nazioni non riconosciute nel mondo. Siamo come gli indiani d’America, noi. Come il Quebec, la Groenlandia, l’Ossezia.
(Salvatore "Doddore" Meloni - Presidente della Repubblica Indipendente di Malu Entu)

Notizia degli ultimi giorni: un separatista sardo, Salvatore Meloni, in passato arrestato per cospirazione politica atta a sovvertire l'ordine costituito, con un manipolo di appartenenti al Par.I.S. (Partidu Indipendentista Sardu), ha occupato l'isola di Mal di Ventre, al largo della Sardegna, e l'ha dichiarata Repubblica Indipendente di Malu Entu. L'isola appartiene a una società turistica napoletana, e Meloni vuole appropriarsene o per il principio di usucapione (la starebbe occupando da più di vent'anni) oppure tramite una colletta da un milione di euro per acquistare l'isola dal proprietario della stessa. Per Meloni questo è un primo passo di riappropiazione delle terre da parte del popolo sardo, in vista di una futura indipendenza della Sardegna dall'Italia (avrebbe già previsto un referendum nel 2009, sotto l'egida delle Nazioni Unite). Ora, credo che il mondo si stia evolvendo, lentamente e in maniera spesso dolorosa, verso un'unione più universale, o almeno dovrebbe. E invece abbiamo spesso notizie di ex-Jugoslavie, Kosovi, Ossezie, Irlande del Nord, Tibet, Kurdistan. Insomma, cos'è l'autodeterminazione dei popoli? Qua si va a questionare il principio stesso di nazione e di stato, oltre che di popolo. Quando conta, quando non conta, quando dovrebbe contare e quando non? E poi mi son ritrovato a pensare alla battaglia intrapresa da Meloni, che ha fatto 9 anni di carcere. E pensavo a quando ero giovane e pensavo che morire per un ideale fosse la cosa più nobile al mondo. Il problema è che qualsiasi ideale diventava qualcosa per cui vivere o morire. Poi, crescendo, pensando, mettendo in moto il cervello, ti scontri con mille casi in cui qualcuno muore per ideali non suoi, senza saperlo. E ti ritrovi a rimettere tutto in discussione. In testa mi è venuto in mente il caso limite, che non son riuscito mai a trovare. Qualcuno che combatte e muore per un ideale in cui non crede, ma deliberatamente. Sapendo che non ci crede, con il solo scopo di...morire per un ideale e avere un ideale, anche fasullo, per cui combattere.
Tornando a Malu Entu, a me affascinano però queste storie, perchè...perchè sono storie, sono curiose, stuzzicano quella parte di me che è sempre in cerca di storie interessanti da conoscere, sviscerare, riciclare e riraccontare. Quelle cose scalcinatamente epiche che ho sempre adorato. Perchè se bisogna fare un segno sulla Storia, spesso bisogna fare uno scarabocchio, e quando uno fa uno scarabocchio troppo grande, finisce che la Storia la stropiccia. Finchè invece lo scarabocchio tuo sulla Storia lo fai con gentilezza, anche urlando, ma senza violenza, mettendoci tutto l'impegno di questo mondo, buttando tutto te stesso in un'impresa dalle proporzioni epiche, più grande di te, ma senza per questo rovinare la vita a qualcuno...beh, in genere sono belle storie. E nonostante probabilmente questa sia solo una boutade del Presidente Meloni per farsi pubblicità e acquistare visibilità per le sue idee, per questo io saluto la Repubblica Indipendente di Malu Entu con un sorriso.

Come in una navicella spaziale, ognuno deve avere il proprio posto. E siccome mi sento un passeggero del pianeta terra, rivendico anch'io il posto che mi spetta.
(Salvatore "Doddore" Meloni - Presidente della Repubblica Indipendente di Malu Entu)

Friday, August 29, 2008

Non c'è cazctus senza spine


Si...decisamente equivoco...

(Scusate la foto sfocata, mi si è sbiellata la macchina fotograppica)

Sunday, August 24, 2008

24/7: TwentyfourSeven


GIVING IT, TAKING IT, LIVING IT, MAKING THE BEST OF WHAT YOU'VE GOT.. TWENTY FOUR HOURS A DAY, SEVEN DAYS A WEEK.

Each morning is a gift. Every morning you have another chance. Sometimes you do nothing, sometimes you get lucky and the day shines on you. But how often do you wake and seize that day with your own hands and make that day your own?
This morning, my friends, is the morning I remove my life from the hands and strings of fools and try to build a dream.


Friday, August 22, 2008

Porno

In fondo è partito tutto da Trainspotting, da quel gattone di Spud. E mentre stavo a Orio al Serio ad aspettare un certo atterraggio, il suo primo in terra del nord, mi son fatto un giretto per l'edicola/libreria di Orio al Serio. Mi piace parecchio andarci. Provo a vedere se il nuovo di Nick Hornby ha un prezzo decente. No way. Poi trovo la pila di libri di Irvine Welsh. Sono quasi deciso per un altro, poi compare. Porno, ovverossia il seguito di Trainspotting. E me lo prendo. Sempre nella stessa cornice, due giorni più tardi, lo riacquisterò, un regalo per Silvia, correndo trafelato per Orio al Serio, seguendo l'ispirazione del momento. Ed è bello ritrovare tutti i personaggi di Trainspotting invecchiati di dieci anni, con un Sick Boy ancora più cinico (se possibile), un Begbie ancora più psicopatico, uno Spud sempre più incasinato e Renton (punto e basta). Unico neo, la traduzione: caro Massimo Bocchiola, avevi tradotto anche Tolleranza Zero e ne hai tradotti molti altri di Irvine Welsh, ma il tuo modo di rendere lo scozzese, no, non mi piace (giudizio personale). E avrei preferito, essendo questo il seguito di Trainspotting, che la traduzione fosse di nuovo affidata alla Zeuli, non fosse altro per continuità con il linguaggio dei personaggi del primo libro. Bella l'idea dei titoli dei capitoli diversi a seconda del personaggio che li narra, ma il libro è diverso da Trainspotting, si sente la necessità di dare un seguito al primo capitolo, mentre Trainspotting era un mosaico di mille storie e mille personaggi, con le loro mille voci. Stavolta la storia è più concentrata, pur avendo un bel significato sotto. Fantastico il manifesto di Sick Boy:
Io credo nella lotta di classe. Credo nella guerra dei sessi. Credo nella mia tribù. Credo nella parte virtuosa e dritta e intelligente delle classi lavoratrici in opposizione alle stupide masse decerebrate, come anche alla borghesia che è mediocre, senz'anima. Credo nel punk, nel Northern Soul, nella acid house, nel mod, nel rock and roll. Credo anche nel rap e nell'hip hop...ma quelli sinceri, pre-commerciali. Questo qua è stato il mio manifesto, Franco.
Il momento topico del libro, quello che secondo me centra il significato di tutto il romanzo, però è un altro, la discussione circa una canzone di Roger Daltrey:
Ci rimettiamo attorno al tavolo, e fra me, Gav e Sick Boy scoppia una discussione stile vecchi tempi a proposito del testo di Giving it All Away, di Roger Daltrey. Sick Boy sostiene: "Dice: 'I'd know better now, giving it all away'".
Gav scrolla la testa. "Nisba, dice
'I know better now'."
Faccio ai due coglionazzi un gesto sprezzante. "Le vostre diverse posizioni sono solo meschine dispute da pedanti, che non cambiano il succo essenziale della canzone. Se l'ascoltate, se ascoltate davvero, scoprirete che dice
'I'm no better now' come dire che non è migliorato per niente. E' sempre lo stesso. Non ha imparato niente."
"Cazzate" sbuffa Sick Boy, "il succo della canzone è proprio guardarsi indietro con i vantaggi del ricordo, e della maturità."
"Esatto" conferma Gav, "un discorso tipo 'se allora sapevo le cose che so adesso...'"
"No" ribatto, "qua sbagliate tutti e due...state a sentire come la canta Daltrey: è un lamento, c'ha dentro il senso di sconfitta; è la storia di un soggetto che alla fine si è reso conto dei suoi limiti. I'm no better now perchè son sempre il solito cazzone strafottuto che son sempre stato."

Thursday, August 07, 2008

Holidays In The Sun

I don't want a holiday in the sun
I wanna go to the new Belsen
I wanna see some a-history
'Cause now I got a reasonable economy

Lads, vi saluto. Ovvero il blogo rimarrà quiescente una decina di giorni: in programma la mia prima visita in Abruzzo per il matrimonio di Toffolo, leggenda locale e mio ex-compagno di squadra, e poi deviazione romana. It seems quite unlikely I will be able or willing to post something in the meantime, so, blog mo thoin, bloggatemi il culo! Buone vacanze a tutti, ci si rivede presto (ho già un libro di cui postare, pensate un po'!).

Tuesday, August 05, 2008

Hard Tackles and Dirty Baths

Hard Tackles and Dirty Baths - The Inside Story of Football's Golden Era di George Best l'avevo comprato in quel di Derry, in un Centro Commerciale, poco dopo la mia visita al Bogside. Dovevo prendermi The Catcher In The Rye e prenderlo ancora in Irlanda del Nord, e ho trovato in vetrina di un negozio questo libro di Best. Un po' deluso (volevo visitare qualcosa di Best-related a Belfast, magari il suo murale, ma non ce ne fu l'occasione) per non aver fatto pellegrinaggio ai luoghi di Georgie Boy, un po' attratto dal prezzo (scontato a 3 sterle) e dalla voglia di prendere qualcosa circa Il numero 7 proprio nella sua terra. E così ecco fatto, comprato il libro. Libro che è stato ripreso e abbandonato un paio di volte, sopraffatto dalla precedenza di altri regali-acquisti-letture. Alla fine l'ho finito, ovviamente, e mi è molto piaciuto il modo in cui parla dei tanti giocatori leggendari della sua era, e di come racconta un calcio che cambiava, anche dal punto di vista del professionismo sempre più "esasperato", argomento ripreso puntando l'occhio a qualche anno dopo rispetto al bellissimo My Father and Other Working-Class Football Heroes di Gary Imlach, che lessi la scorsa estate. Anche questo ricco di aneddoti e storielle di quelle che piacciono a me. Tanto per dimostrare di nuovo il mio feticismo, a volte le parole che più contano di un libro, sono quii scrivüü a matita. Post-it, piccole frasi lasciate lì, piccole tracce di sè che si ricompongono in un sorriso, e che lei lascia in giro per le mie cose ogni qual volta ci vediamo, per farmi sentire la sua presenza anche quando siamo distanti. E a chi ora mi dirà "sei un rammollito, perchè parli di queste cose pure mentre scrivi di un libro su Best", rispondo che non sono un recensore di libri, ma, come Nick Hornby in Una vita da lettore, un recensore di quello che il libro significa per me. Dedicata a Pulici, visto che il personaggio in questione, prima di essere il King of Old Trafford passò anche per la Torino Granata, la citazione. Parla della fine di un'era, della retrocessione del Manchester United, privo della triade Charlton, Best, Law, decretata proprio in un derby perso col Manchester City, decretata proprio da un goal di Denis Law, del King of Old Trafford, proprio dall'ultima palla calciata da Law nella sua carriera. Un finale poeticamente "tragico", senza trionfo, per la carriera del Re.

It all came down to an incredible finale, the Manchester derby, with Denis Law playing for the "wrong" team. How ironic that it should be Denis Law's goal that would condemn United to the Second Division. His last-ever game before hanging up his boots. He turned away without the arm up and, for probably the first time, with his head down. He didn't kick another ball in this or any other club game. It was over.