Attendevo questo momento. Finalmente è entrato in scena. Seymour Glass, probabilmente il fantasma più ingombrante e incombente dell'intera letteratura mondiale, è entrato in scena. Ne avevo sentito parlare solo in modo filtrato, attraverso le parole di suo fratello Buddy, e le vicende del fratello Zooey e della sorella Franny. Quattro racconti in cui Seymour Glass volteggiava in ogni stanza, come uno spiffero di una porta non chiusa. Adesso invece Seymour è entrato in scena. Per uscirne definitivamente. E il racconto A perfect day for Bananafish (di J.D. Salinger) guardacaso è l'unico in cui Buddy Glass non ci mette il naso, chissà se Salinger l'ha pensato scritto da lui. Sinceramente non credo: troppo asciutto e troppo distaccato: una cosa che Buddy non sarebbe mai riuscito a fare, parlando del fratello. E alla fine del racconto Seymour esce di scena, sbattendo la porta.
(Commento che mi son sentito di fare su un racconto di J.D. Salinger e su un personaggio attorno a cui voltavano, senza che vi comparisse direttamente, altri quattro racconti. Per citazioni e altri commenti, aspettate che finisca la raccolta Nine Stories)
(Commento che mi son sentito di fare su un racconto di J.D. Salinger e su un personaggio attorno a cui voltavano, senza che vi comparisse direttamente, altri quattro racconti. Per citazioni e altri commenti, aspettate che finisca la raccolta Nine Stories)
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