Aperitivo della squadra, con premiazioni ufficiali. E a un certo punto, per la seconda squadra, io e capitan Dante veniamo premiati, con l'attestato che vedete qui sopra. Ed è una commozione, abbraccio forte Dante, abbiamo sofferto e sudato tanto assieme, e quando questo viene riconosciuto e porta i suoi frutti, gioiamo assieme. E mi piace rimirare l'ultima riga: "e perfetto rugbyman". Quello che mi è sempre interessato essere, tramite la palla ovale. Prima ancora che un bravo giocatore. Ho sempre voluto essere uno che tutti ricordino per lo spirito.
E sento di dover ringraziare tanta gente per quest'attimo di soddisfazione. Da chi mi ha fatto venire la curiosità del rugby e chi mi ha dato la spinta per venire a giocare. E chi mi ha dato la spinta per crescere e mi ha insegnato ad essere un migliore giocatore e un perfetto rugbyman. E chi è stato sempre pronto a incoraggiarmi quando per un motivo o per l'altro il rugby era motivo di frustrazione, e sempre pronto a gioire con me quando era motivo di gioia e commozione.
In particolare tra quelli che frequentano e leggono questo blog, ci tengo a ringraziare qualche persona. Mosè, innanzitutto, con una pacca sulla spalla a uno che considero fratello tra i tanti fratelli dell'ATRC, perchè se anche stasera non hai preso nessuna targa, il miglior premio che tu potessi ricevere e il miglior regalo che tu potessi farti è stata proprio la fantastica stagione che hai disputato. Bimbo (che non so se legge), fratello di sempre. Tra le tante cose che mi ricorderò sempre c'è il fatto che è stata la prima persona che son riuscito a tirare giù su un campo di rugby, e ricordo il suo sorriso rialzandosi: "Ce l'hai fatta!".
Robbby, che ha sfidato il freddo di Milano per venire a vedere una delle partite più importanti della mia vita. Cane, Pavelilla e Al, sempre pronti ad ascoltare, a tirar fuori una buona parola, un incoraggiamento e un "Bravo", o anche una battuta per sdrammatizzare, come anche il buon Pulici e Pacu.
La Lara. Quando le ho raccontato dei complimenti dell'allenatore, mi ha risposto semplicemente: "Il mio capitano :)". Ed è bastato a farmi sentire ancora più orgoglioso. Muggsie. I discorsi che ho fatto con lui mi han aiutato a mettere a fuoco il concetto di perfetto rugbyman. E d'altronde lui è un po' un Raphaël Ibañez, anche lui un perfetto rugbyman. Orso. Nel periodo più duro, i suoi inviti e i suoi incoraggiamenti mi han fatto sentire il rugbista più richiesto e il compagno di squadra più desiderato sulla faccia della terra.
E poi, vorrei ringraziare di cuore la prima nocca del mio mignolo sinistro: ti porto sempre in campo con me.