Sunday, February 10, 2008

Barbari RFC

Unni Valcuvia - Barbari 5-27
Campo da Rugby, Cassano Valcuvia

Sono rientrato in campo, finalmente. A Cassano Valcuvia gli Unni inauguravano il loro campo, e hanno invitato una formazione "all star" (e allora io che ci facevo?) delle squadre della provincia di Varese per festeggiare l'evento con un'amichevole. E così 5 bissini del Tradate, tra cui me, si sono uniti a 4 del Varese, 2 dei Sesto Calende Sabres e un manipolo di giocatori della LiUC per formare i Barbari, neanche troppo velato rimando ai Barbarians. Nelle maglie rossonere (mia la numero 19: trovando già occupate 8 e 18, ho chiesto la 19 in omaggio a Paolini) dei Sabres siamo scesi in campo. Son partito terza centro, andando un po' ad interruttore acceso e spento. L'unica occasione per un ciapasù è stata vanificata dall'aver perso la mischia. L'arbitro mi richiama quando ravano in un raggruppamento. Le mani sulla palla ce le avevo da subito dopo il placcaggio, quando non era ancora una ruck, però lui non le vede. Mi dice "Niente mani in ruck, se lo rifai è giallo!".
Il primo tempo finisce 5-5, e Giorgio ci dice all'intervallo "C'è bisogno di qualcuno in prima linea". Time to stand up and be counted. Di fare quel passo avanti, perchè non mi piace ciamarme fora. "Io se c'è bisogno posso provare a tallonatore". E il secondo tempo lo gioco tutto là davanti, soffrendo e lottando, buttando spalle e collo oltre l'ostacolo, e soprattutto rubando due tallonaggi. La prima linea è affiatata rispetto a quella del primo tempo, e reggiamo, qualche volta li spingiamo anche indietro. Fuori ci sono, impedisco l'uscita del pallone in una maul avversaria, guadagno una mischia per noi. Spingo via l'avversario in una ruck sporcando il pallone che volevano usare per un pick'n'go. Noi segniamo 4 mete, e chiudiamo la partita, vincendo 27-5. Cerco di fare il mio, anche se ogni tanto la testa va a corto di ossigeno e mi trovo a fare la capra più di quanto dovrei, e mi faccio richiamare all'ordine dal mediano di mischia. Qualche errore ci sta, soprattutto visto lo stato di stanchezza fisica (martedì e mercoledì allenamento, giovedì palestra, venerdì preparazione atletica ad allenamento) con cui ero entrato in campo. Però io sono anche uno che non si accontenta facilmente di se stesso. Sul mio braccio avevo scritto "Voglio di più", citazione degli Angeli. E io voglio sempre fare e ottenere di più. A fine partita crollo a terra, però. So che tutto quel che avevo l'ho dato, le mie spalle e il mio collo portano la sofferenza della prima linea, le mie gambe la fatica del sostegno continuo. E giocare in prima linea, quando possibile, è sempre una bella soddisfazione, il guadagno di una fetta di paradiso. E sono soddisfatto di me, e mi sono divertito. E i dolori fisici passano in secondo piano e lasciano posto a...alla birra, ovvio.

1 comment:

Anonymous said...

bravo! ed in culo al sacchiano :)