Già. L'ho fatto. Ho preso un aereo per Londra Stansted, poi da li uno per Glasgow...e insomma: ho visto i Pogues dal vivo. Come ho detto a molti, scherzando sulla mia apparente scozzesità* e sull'amore per la musica dei Pogues e per la voce di Shane MacGowan: "Torno in patria a trovare mio padre!". Dove la patria è la Scozia e mio padre Shane, ovviamente.
Tralasciamo i casini che ho avuto (per colpa mia, solo mia e nient'altro che mia) all'areoporto e che mi hanno costretto a ritardare di un giorno il viaggio. Fortunatamente sono arrivato in tempo. Sveglia alle 6 del mattino, alle 8 check-in, e alle 10 take-off da Orio Al Serio alla volta di Stansted. Arrivato in UK, a Londra, resto dentro il terminal. Ho da far passare 6 lunghe ore. Comincio prendendomi una copia di Rugby World e poi mi siedo in un bar dell'areoporto a mangiare: sandwich and crisps. Una schifezza che mi è rimasta lì fino all'imbarco, praticamente. Solita straperquisizione, via anche le scarpe (la ricerca per armi chimiche non è mai troppo accurata). E con un quarto d'ora, parte anche l'aereo da Stansted, diretto verso Glasgow Prestwick, o PIK. L'emozione per il ritorno in Scozia era tangibile. Specie considerando che questo viaggio è stata una seconda luna di miele, che mi ha fatto innamorare delle terre caledoni ancora più di quanto già non fossi.
Prestwick, nel South Ayrshire, mi accoglie con una pioggerellina fitta, con un freddo becco (3°C stimati), con un vento sferzante e con un tot di nebbiolina. E con i cartelli "The best small country in the World". Io mi prendo un po' di patatine nel cartoccio da portar via dal chipper e mi dirigo verso la stazione di Prestwick. Attraverso il corridoio che unisce areoporto e stazione e mi sento emozionatissimo: Scotland, Billie's back! Arriva il treno: Prestwick International Airport, Troon, Irvine, Kilwinning, Dalry, Glengarnock, Lochwinnoch, Johnstone, Paisley Gilmour Street, Glasgow Central.
A Glasgow, Lanarkshire, cammino, estasiato, per la stazione e poi trovo Rob, il mio fido batterista, giunto il giorno precedente, ad accogliermi. Fuori pioviggina e fa davvero freddo, e questo vento terribile gela fin dentro le ossa. Mi sistemo in ostello (Euro Hostels, all'angolo tra Clyde Street e Jamaica Street), giusto il tempo di metter giù qualcosa e farmi venire una copiosa sanguinata dal naso, insomma. E poi usciamo dall'ostello, attraversiamo il Largo Maestoso fiume Clyde sulla Bridge Street, dove ci fermiamo a un altro chipper per mettere sotto i denti qualcosa (un po' di pollo per me). Poi eccola: Eglington Road, e la Carling Academy. Ritiriamo i nostri biglietti, nel gelo sempre più polare.
Tralasciamo i casini che ho avuto (per colpa mia, solo mia e nient'altro che mia) all'areoporto e che mi hanno costretto a ritardare di un giorno il viaggio. Fortunatamente sono arrivato in tempo. Sveglia alle 6 del mattino, alle 8 check-in, e alle 10 take-off da Orio Al Serio alla volta di Stansted. Arrivato in UK, a Londra, resto dentro il terminal. Ho da far passare 6 lunghe ore. Comincio prendendomi una copia di Rugby World e poi mi siedo in un bar dell'areoporto a mangiare: sandwich and crisps. Una schifezza che mi è rimasta lì fino all'imbarco, praticamente. Solita straperquisizione, via anche le scarpe (la ricerca per armi chimiche non è mai troppo accurata). E con un quarto d'ora, parte anche l'aereo da Stansted, diretto verso Glasgow Prestwick, o PIK. L'emozione per il ritorno in Scozia era tangibile. Specie considerando che questo viaggio è stata una seconda luna di miele, che mi ha fatto innamorare delle terre caledoni ancora più di quanto già non fossi.
Prestwick, nel South Ayrshire, mi accoglie con una pioggerellina fitta, con un freddo becco (3°C stimati), con un vento sferzante e con un tot di nebbiolina. E con i cartelli "The best small country in the World". Io mi prendo un po' di patatine nel cartoccio da portar via dal chipper e mi dirigo verso la stazione di Prestwick. Attraverso il corridoio che unisce areoporto e stazione e mi sento emozionatissimo: Scotland, Billie's back! Arriva il treno: Prestwick International Airport, Troon, Irvine, Kilwinning, Dalry, Glengarnock, Lochwinnoch, Johnstone, Paisley Gilmour Street, Glasgow Central.
A Glasgow, Lanarkshire, cammino, estasiato, per la stazione e poi trovo Rob, il mio fido batterista, giunto il giorno precedente, ad accogliermi. Fuori pioviggina e fa davvero freddo, e questo vento terribile gela fin dentro le ossa. Mi sistemo in ostello (Euro Hostels, all'angolo tra Clyde Street e Jamaica Street), giusto il tempo di metter giù qualcosa e farmi venire una copiosa sanguinata dal naso, insomma. E poi usciamo dall'ostello, attraversiamo il Largo Maestoso fiume Clyde sulla Bridge Street, dove ci fermiamo a un altro chipper per mettere sotto i denti qualcosa (un po' di pollo per me). Poi eccola: Eglington Road, e la Carling Academy. Ritiriamo i nostri biglietti, nel gelo sempre più polare.
12nd December 2006, Tuesday
Carling Academy in Eglington Road, Glasgow
THE POGUES
Opening act: Junkman's Choir
Carling Academy in Eglington Road, Glasgow
THE POGUES
Opening act: Junkman's Choir
***
Asterisk explained: pare che io dia l'impressione di essere scozzese, almeno per metà. So che da piccolo, in età delle quali non ho memorie dirette, avessi una baby-sitter scozzese adorabile, a quel che mi racconta mia madre. Potrebbe esser stato quello: magari mi versava del Glenfiddich nel biberon al posto del buon vecchio Latte Carnini. Fattostà che le seguenti cose sono successe, spingendomi a credere io stesso di essere mezzo scozzese:
- Partita di rugby Italia - Argentina al Marassi di Genova. Mentre prendo posto sugli spalti qualcuno mi indica e dice: "Guarda quello là, dev'essere mezzo scozzese"
- La ragazza di Musicomane (compagno di uni), sentendo tutti che mi chiamavano Billie, era convinta che fosse il mio vero nome
- Robbby è stata persuasa da un mio compagno di squadra che il mio vero nome fosse Billie
- Una compagna di squadra di Focaccinova, all'atto del conoscermi, chiese alla Focaccinova se ero o meno mezzo scozzese. Lo stesso giorno (Torneo di Monza di rugby a 10) un folle ubriacone pelato mi chiese se ero scozzese ("No" "Neanche per metà?") e volle brindare con me usando come formula il gaelico Slàinte
- Un bambino inglese, mentre passeggiavo per le strade della cittadina di Rugby, mi apostrofò con un "Are ye Scottish?"
3 comments:
Anche a me dicono sempre che sembro irlandese.
Forse perché in fondo è una cosa che vorrei essere, come te magari. Ha senso?
Beh, anche se non ce l'ha fa niente, per me è così.
boh. io comincio sempre di più a convincermi di essere figlio illegittimo, un cuoredicardo come me
"Loch Lomond" era la marca di un whiskey (<- spero si scriva così) che compariva spesso nell'albo di Tintin "L'isola nera", ambientato proprio in Scozia. Sì, immagino non ve ne freghi niente ma io ve l'ho detto lo stesso
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