La guerra è finita, ma le raffiche di sparachiodi risuonano ancora per la città. Sono un cecchino, nascosto dietro alla finestra rotta di una fabbrica in disuso. Impugno la mia Rurmec PT 950, e ho attorno alla spalla un intero caricatore di SK 62/8. Una combinazione letale: chiodi a testa piatta Ø8 mm, col gambo lungo 62 mm. Sono un uomo con una missione. E la massa battente della mia chiodatrice per fissaggi a sparo non potrà riposare finchè la sua sete di sangue non sarà placata. Vedo un paio di personaggi piuttosto, diciamo, singolari. E capisco che stavolta non dovrò dar sfogo alla mia furia brada. Stavoltà la mia Brutalità dovrà essere convogliata nella precisione clinica e sadica del mio grilletto. Ripongo le SK 62/8 e estraggo dalla fondina gli HR 37 di precisione. Chiodi a testa piatta Ø8 mm con rondella da 20 mm. La lunghezza è contenuta, solo 37 mm. Ma accoppiato a un chiodatore scelto come me, un HR 37 colpisce sempre il bersaglio.
Sono al bar dove faccio colazione di solito. Entra una signora, vecchia e grinzuta, scura di pelle (lampada?), volgare nell'aspetto come nei modi. Chiede al cameriere che mi sta facendo il caffè i soldi per le sigarette. Severo, il cameriere, le risponde: "No!". Lei insiste, dice che fuma le MS nere, ma il cameriere è irremovibile. E la signora sbotta.
"Va a farti inculare a New York, coglione!"
"Tutta quella strada per prenderlo in culo?"
Sempre parlando di grinze, una signora che si è presentata al Museo. Ancora più volgare, se possibile. Vestito scollato, schiena scoperta. E grinzosa. Non ha detto niente. Non ce n'era bisogno.
Capirsi con una famiglia di cambogiani che parla italiano, ma non lo capisce, e che non riesce a capire manco l'inglese.
Un piccolo feticista di cavetti di anni 5 e mezzo che ha imperversato per il Laboratorio. Tra l'altro nell'ora in cui c'era Dario.
E infine, un 75enne esce dalla conferenza al Museo e chiede all'infopoint:
"Sono stato alla conferenza, se ora voglio visitare il Museo?"
"Deve fare il biglietto all'ingr..."
"Ah, no, allora no".
Beh, ora sono mimetizzato nella folla. Sono insospettabile, il mio sguardo assassino è nascosto dietro ai miei occhiali scuri nel laboratorio di informatica dell'Uni. Pensano io sia pazzo, ma sono lucidissimo. Sono un guerrigliero, non un serial killer. Non ho nulla da spartire con il Mostro di Ferrara, quello incriminato per aver fresato a morte 12 rodigini nella sua cascina nascosta a Pontelagoscuro. Quello che poi lasciava i cadaveri davanti al Battaglini, tutti con la Lettera a Savonarola poggiata sopra e firmata col sangue CDP. E non sono neanche come il Bannatore Seriale di Torino, ossessionato dalle api. Ora però son passato alle armi chimiche. Kebab. Sto andando alla Iuniversal, dove lavorai un anno e mezzo fa, e che già fu teatro di un mio attentato fatto usando armi biologiche quali la polenta della mensa, a ritirare dei moduli che mi spettano. Qua in Università invece, mesi fa scossi la gente con il mio sabotaggio delle macchinette, al quale potrei dedicare un post a parte prossimamente.
Domani sui giornali ne vedrete delle belle. Ve lo assicura il vostro Sir Billie MacGowan MSE BB (ho incastonato un nuovo titolo nobiliare nel mio nome. BB = Beer Belly, e mi è stato assegnato da uno sposato con un'irlandese!)
PS: che ascensori e cessi sboroni che hanno alla Universal. Hanno persino la tripla reception.
Sono al bar dove faccio colazione di solito. Entra una signora, vecchia e grinzuta, scura di pelle (lampada?), volgare nell'aspetto come nei modi. Chiede al cameriere che mi sta facendo il caffè i soldi per le sigarette. Severo, il cameriere, le risponde: "No!". Lei insiste, dice che fuma le MS nere, ma il cameriere è irremovibile. E la signora sbotta.
"Va a farti inculare a New York, coglione!"
"Tutta quella strada per prenderlo in culo?"
Sempre parlando di grinze, una signora che si è presentata al Museo. Ancora più volgare, se possibile. Vestito scollato, schiena scoperta. E grinzosa. Non ha detto niente. Non ce n'era bisogno.
Capirsi con una famiglia di cambogiani che parla italiano, ma non lo capisce, e che non riesce a capire manco l'inglese.
Un piccolo feticista di cavetti di anni 5 e mezzo che ha imperversato per il Laboratorio. Tra l'altro nell'ora in cui c'era Dario.
E infine, un 75enne esce dalla conferenza al Museo e chiede all'infopoint:
"Sono stato alla conferenza, se ora voglio visitare il Museo?"
"Deve fare il biglietto all'ingr..."
"Ah, no, allora no".
Beh, ora sono mimetizzato nella folla. Sono insospettabile, il mio sguardo assassino è nascosto dietro ai miei occhiali scuri nel laboratorio di informatica dell'Uni. Pensano io sia pazzo, ma sono lucidissimo. Sono un guerrigliero, non un serial killer. Non ho nulla da spartire con il Mostro di Ferrara, quello incriminato per aver fresato a morte 12 rodigini nella sua cascina nascosta a Pontelagoscuro. Quello che poi lasciava i cadaveri davanti al Battaglini, tutti con la Lettera a Savonarola poggiata sopra e firmata col sangue CDP. E non sono neanche come il Bannatore Seriale di Torino, ossessionato dalle api. Ora però son passato alle armi chimiche. Kebab. Sto andando alla Iuniversal, dove lavorai un anno e mezzo fa, e che già fu teatro di un mio attentato fatto usando armi biologiche quali la polenta della mensa, a ritirare dei moduli che mi spettano. Qua in Università invece, mesi fa scossi la gente con il mio sabotaggio delle macchinette, al quale potrei dedicare un post a parte prossimamente.
Domani sui giornali ne vedrete delle belle. Ve lo assicura il vostro Sir Billie MacGowan MSE BB (ho incastonato un nuovo titolo nobiliare nel mio nome. BB = Beer Belly, e mi è stato assegnato da uno sposato con un'irlandese!)
PS: che ascensori e cessi sboroni che hanno alla Universal. Hanno persino la tripla reception.
2 comments:
un perfetto esempio di humor noir direi... hai un futuro billozzo ;)
si..un futuro da umorista noir killer assassino.. :P
5° post sullo sparachiodamento,stiamo raggiungendo dei livelli mistici... ;)sempre meglio!
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